Ci sono dei momenti, e per fortuna capita poco, e sempre di meno, in cui la mente sembra bloccarsi. Rimango quasi immobile, di fronte a un oggetto, un suono, un colore. E’ come quando ti ipnotizzano, una specie di parola chiave che… tac… scatta e tu ti fermi.
Ecco è capitato ieri e ancora oggi. Che qualcosa, e non so nemmeno bene cosa, si accenda nella mia testolina e mi faccia restare completamente congelato. Per fortuna capita in momenti in cui sono solo, e in ambienti dove la cosa è gestibile, ma credo di ricordare che vagassi coi ricordi e con la mente anche in situazioni con attorno la gente: presente come capita nei film? che uno pensa, ignora le voci intorno che si fanno più sottili, e visualizza una scena dentro di sè ? ecco. Così.
E molto semplicemente ho ripensato a tre cose, tre elementi, che ho sempre desiderato avere, usare, fruire, godere, e che oggi, non ho più. E mi mancano.
Il mio box. Era il mio regno. Il tavolo da lavoro, oggetto segreto del desiderio da anni, e anche elemento di invidia verso papà, che pure me l’aveva regalato per la nuova casa, ma che lui non aveva mai avuto nella sua. Grande, ordinato, pulito, per essere un box. Che fico che era…. quando dovevo fare qualcosa, creare qualcosa da zero… scendevo nel mio box. C’era tutto lì: utensili, legno, scatoloni ordinati con tutta la mia storia…. tutto.
Il mio giardino. Ah… quanto mi manca il mio giardino. (Quasi) sempre perfetto, curato, niente erbacce. Piante che crescevano enormi, ma sempre a posto, nessuna infestante a danneggiare la crescita. Il suo bell’impianto di irrigazione ben funzionante, l’aiuola curata. Bello.
Il mio camino. Ho sempre desiderato avere un camino… mi piace, quando vado in montagna, sentire il profumo della legna, il rumore dei tronchi che scoppiettano, guardare la fiamma quasi ipnotizzato. Il camino è il camino…. il mio era molto bello.
Non so perchè questi flash…. so che ho ancora il ricordo nitido di queste cose, anche se un po’ di tempo è passato, e so che mi mancano un sacco. Come mi piacerebbe riaverle …