A volte mi chiedo come è possibile non avere voglia di parlare con qualcuno con cui si è condiviso la propria vita per 25 anni.
Poi ci penso…. E ricordo tutto quello che ho passato, quello che ho subito. Perché sono lì, perché oggi la mia vita è così. E allora, in parte, capisco e torno in me. Capisco i miei errori, capisco i perché. Alcuni me lo spiego, altri ….. altro forse non li capirò mai.
A prescindere da tutto…. è triste, dopo un quarto di secolo passato insieme, non aver voglia di dire una parola, nemmeno di guardare in faccia una persona. Ho condiviso tutto. Ho dato tutto. Tutto. Di più. Energie, sogni, sacrifici, desideri, ambizioni, fatiche, tempo. Tempo. Tanto, tanto tempo.
Ma è un fallimento. Per me, per lei, per tutti. A volte mi chiedo come sia potuto accadere, cosa è successo. Perché a me.
Non so, non credo che riuscirò mai a perdonare il male subìto. Perché ogni giorno mi ricorda, impietoso, quello che ho fatto e quello che mi è ritornato. Ed è somma dispari, qualcosa che…. difficilmente porterà la bilancia in equilibrio.
E pure oggi penso che non ci sono vincitori né vinti. Abbiamo perso tutti. Certo, rimarrà sempre il dilemma dell’uovo e della gallina.
Ma risolverlo, non lenirà il dolore. Non cambierà il passato. E nemmeno influirà sul presente o sul futuro, in questo caso. E farà sempre male, sempre, pensare a quei 25 anni. E ai 25 che non saranno mai.
La consapevolezza della colpa, di quelle cose che so e che non sa, non aiuta. Non solleva. Aiuta in certi momenti ma alimenta la rabbia e il fuoco in altri. Un fuoco che dopo 5 anni non è spento, e che è ben lontano da spegnersi.